Dentro Morini sono attualmente presenti più di 600 beagle e centinaia di topi, ratti, porcellini d'india, criceti e conigli. Questo allevamento esiste dal 1953 ed è da diversi anni di proprietà di Giovanna Soprani moglie del defunto Stefano Morini, gestito dai suoi figli: Marta, Rita e Paolo Morini
Tra i clienti di Morini figurano i maggiori centri di ricerca italiani, ma anche laboratori in Francia, Spagna, Ungheria ed Israele. Testimonianze su quello che avviene da Morini e sui centri di ricerca suoi clienti (Bristol Myers Squibb & Rtc) puoi leggerle cliccando qui.
La loro attività è stata nominata spesso dai media dopo che un camion carico di cani beagle era stato fermato per una casualità nel maggio 2002 dalla polizia stradale. Lo stesso era risultato inadatto al trasporto dei cuccioli e da quel momento volontari hanno iniziato a presidiare l'allevamento cercando di segnalare i numeri di targa dei furgoni in modo da fermarli. La precarietà dell'allevamento però non si è limitata solo ai camion per il trasporto di animali infatti sono state segnalate diverse irregolarità fra cui:
- la falsificazione dei libretti sanitari dei cuccioli (riguardo all'età e alle vaccinazioni )
- la mancata iscrizione all'anagrafe dei cuccioli;
- l'inceneritore di carcasse inadatto e quindi sequestrato;
- l'assenza di licenza specifica per l'allevamento di cani, presente invece per gli altri animali.
Morini doveva pagare migliaia di euro di multe per le irregolarità. L'amministrazione di S.Polo d'Enza ha però deciso di non fare pagare nemmeno un centesimo all'allevamento.
Nonostante le irregolarità, le falsificazioni, le chiacchiere delle associazioni e le promesse mai mantenute dai politici l'allevamento non ha ancora chiuso, ma DEVE chiudere e lo farà SOLO grazie all'impegno e alla determinazione di tutti noi. Prendiamo in mano la situazione ed agiamo!
Dall'agosto 2002 all'11 Giugno 2004 è restata attiva la legge Regionale 20/02 sulla sperimentazione animale. I sei articoli prevedevano che nel territorio della Regione Emlia Romagna fossero vietati l'allevamento, l'utilizzo e la cesione a qualsiasi titolo di cani e gatti a fini di sperimentazione. Morini però non alleva soltanto cani, ma anche conigli, topi, criceti e porcellini d'india. Pur se questi animali riscuotono minor successo tra i media e anche tra molti zoofili, da chiunque lotti contro l'ottica specista non possono essere che considerati alla pari dei cani.
La legge regionale è stata impugnata dal Ministro La Loggia che ha dichiarato di condividerne la sostanza ma non la forma. Ma in realtà pare abbiano avuto molte influenze le pressioni di direttori universitari, aguzzini di altro calibro e di industrie farmaceutiche, a cui sicuramente non interessa la forma ma solo la sostanza.
La legge ha cessato di essere valida l'11 Giugno 2004 e da questa data Morini ha potuto ricominciare indistrubato a rivendere i cani ai laboratori.
L'allevamento Morini è tutt'ora coinvolto nel business della vivisezione dato che continua a vendere animali e attrezzature ai laboratori. E'importante non farsi commuovere e fare l'errore di comprare un cane da loro, maggiori informazioni le puoi trovare qui.
CHIUDERE MORINI:
Il Coordinamento Chiudere Morini è nato nell'Ottobre 2002 con lo scopo di far cessare l'attività di questo allevamento. Il Coordinamento è formato da attivisti riuniti in maniera informale e auto-organizzati, senza alcun legame con la realtà delle istituzioni. All'interno di questo sito potete trovare le motivazioni che ci spingono a chiudere l'allevamento Morini e le informazioni necessarie per poterci aiutare in questa lotta.
Nel coordinamento si ritrovano esclusivamente persone contrarie ad ogni forma di discriminazione, sia essa specista, razzista, sessista o omofobica.
Quelle che seguono sono alcune 'perle' di Giovanna Soprani durante le interviste ai quotidiani:
Una evidente ignoranza:
"Gli scienziati non li torturano"... "sui beagle non si effettua la vivisezione, ma la sperimentazione, gli scienziati fanno di tutto per non farli soffrire: non sono bestie che si divertono a torturare" "la propaganda degli animalisti è un ostacolo alla crescita economica e allo sviluppo scientifico"... "...Non mi sento minimamente in colpa...Facendo il mio lavoro mi sento utile per l'umanit?. Grazie agli esperimenti si riescono poi a realizzare medicine che spesso salvano le persone..." "ho svolto un lavoro utile al progresso e non ho mai trattato male gli animali" "...non darei mai un calcio ad un cane..." (nonostante assicuri agli stessi cani un futuro di torture ben peggio di un calcio!) Un lavoro poco apprezzato: "Avrei preferito gestire una pasticceria o un bar, le assicuro. Non ho avuto alternative" "non sono un mostro lasciatemi stare"... "Ho subito minacce di morte, sia telefoniche che scritte, preferisco non divulgare la mia immagine..." "... riceviamo centinaia di fax, e-mail e telefonate di ingiurie e minacce..." "C'è chi mi spedisce carrozzelle in contrassegno, chi bottiglie di vino, addirittura sono arrivate piscine. Mi sono trovata il mio numero di telefono addirittura tra gli annunci hard..." "...mi stanno rovinando..." "...l'obiettivo è chiarissimo: farmi chiudere bottega e ci stanno quasi riuscendo..." Voglia di una vita migliore? "Non ne posso più di quei dannati cani" (detto a degli attivisti durante una protesta) - Giovanna Soprani - Titolare dell'allevamento Stefano Morini
Queste fotografie documentano l'allevamento Morini Stefano a S.Polo d'Enza (Reggio Emilia). dove la notte di giovedì 21 novembre siamo penetrati per liberare 99 beagle.
Questi documenti sono prova delle pessime condizioni in cui gli animali sono costretti in questo allevamento: i pochi conigli vengono tenuti in gabbie così piccole che non gli è possibile alzare la testa o drizzare le orecchie; i topi in due gabbie spoglie e sovraffollate, dove abbiamo visto e fotografato cadaveri mangiati dai loro compagni; centinaia di cavie e porcellini d'india in spazi di cemento pieni di scarafaggi; i cani in celle di cemento senza alcun giaciglio, costretti ad ammassarsi l'uno sull'altro per dormire al riparo dalle intemperie.
Il calvario per questi animali inizia nell'allevamento, fin dalla nascita, con una vita fatta di sbarre e maltrattamenti. Ma il futuro per chi ha la sfortuna di sopravvivere è ancora peggio: dopo tremendi viaggi, anche lunghissimi, li attendono i laboratori di vivisezione. Qui un tipo diverso di sfruttatori e di torturatori li aspetta: i vivisettori. Questi ultimi amano farsi passare per santi della medicina e del benessere dell'umanità - pagatissimi non solo dai soldi dello Stato, ma soprattutto dalle multinazionali della farmaceutica e della chimica. Queste ultime per denaro non hanno scrupoli nell'accecare, storpiare, avvelenare, bruciare ed intossicare un milione di animali soltanto in italia. E i risultati di questa frode medica vanno a ricadere sugli uomini, diventati a loro volta cavie.
L'allevamento Morini Stefano con la sua lunga attività rappresenta in Italia un importante punto di riferimento per il mondo vivisezionista. Centinaia e centinaia di animali ogni anno partono da questo allevamento per laboratori in Italia e all'estero.
Con questa azione abbiamo voluto spezzare questo cordone che alimenta il mercato della morte. I nostri limiti purtroppo non ci hanno permesso di poter liberare tutte le centinaia di cani che abbiamo visto o le centinaia di cavie e porcellini d'india.
Il mondo della vivisezione esiste solo grazie alla segretezza e alle menzogne dei suoi sostenitori. Oggi un po' di luce è stata gettata tra quegli oscuri loculi. E questo è solo il primo passo per la totale chiusura di questo allevamento.
"Fronte Liberazione Animale".
TESTIMONIANZE:
Testimonianze di ex lavoratori sull'attività dell'allevamento:
"Essendo stata moglie, impiegata e socia dell'impresa familiare della ditta 'Perfetti Giuseppe', che lavorava con la ditta Morini come idraulico (oggi sono legalmente separata) ho potuto constatare personalmente le violenze e i maltrattamenti sugli animali all'interno dell'allevamento Morini.
Ai topi risultanti in eccesso venivano inferti colpi di martello e ammassati ancora vivi in sacchi per l'immondizia e quindi gettati nei forni inceneritori. Mi accorgevo che erano ancora vivi, in quanto rosicchiavano la plastica dei sacchi.
Alle mie obiezioni per quanto stavo vedendo, mi è stato risposto da un dipendente che lo stesso trattamento veniva riservato anche a tutti gli altri animali dell'allevamento, compresi i cani.
Per comprare il mio silenzio per quello a cui avevo assistito, la Sig.ra Soprani Giovanna in persona si è offerta di regalarmi un cane nel 1987. Al momento della scelta del primo avrei voluto accedere personalmente ai box, ma mi è stato impedito.
Dopo avere aspettato per qualche tempo che qualcuno arrivasse con il cane, ho deciso di recarmi personalmente verso i box e a questo punto ho potuto constatare le pessime e vergognose condizioni igieniche in cui vengono tenuti i cani: quelli di razza Yorkshire sono stipati in box di cemento a decine e costretti a vivere fra i loro escrementi in un fetore insopportabile.
Infatti il cucciolo che mi venne regalato era in condizioni talmente pietose tanto da non riconoscerlo come appartenente alla sua razza. L'anno successivo quando mi hanno regalato il secondo, come ho potuto constatare recava ugualmente le pessiome condizioni igienico-sanitarie-psichiche del primo.
Dato il mio libero accesso all'allevamento in quanto moglie di Perfetti Giuseppe, idraulico di fiducia della struttura, ho avuto modo di assistere alle varie fasi di caricamento sul camion dei beagles destinati ai laboratori di vivisezione in Italia e all'estero. Dapprima venivano stipati a forza di calci e pugni in gabbie strettissime e caricati su camion non adibiti al trasporto di animali. Inoltre sapevo che le bolle erano pressochè inesistenti o non in regola.
Questi cani beagles, viaggiando principalmente la notte, venivano lasciati per ore sotto il sole in attesa della partenza. Posso confermare che all'interno dell'allevamento i cuccioli di cane nati con qualche difetto, o deboli o ammalati, oppure in sovrannumnero, vengono buttati vivi nell'inceneritore. (Dalla Soprani vengono definiti cuccioli difettosi).
Qualche anno fa venivano allevate anche delle cocorite che l'allora titolare Stefano Morini aveva regalato al figlio come 'hobby' per uscire dalla tossicodipendenza.
Queste ultime venivano allevate e maltrattate al punto che erano costrette a nutrirsi dei loro escrementi, mangiandosi le zampine per tentare di uscire dalle gabbie.
Così morivano annegate nei loro escrementi. Ora mi pare non vengano più allevate.
Solo ora posso denunciare tutto questo, in quanto sono sempre stata ricattata e comprata dalla Sig.ra Soprani e figlia. Mia sorella può confermare tutto quanto è stato qui riportato.
In fede,
Onorati Paola".
I vivisettori si lamentano (Bristol Myers Squibb)
Il Coordinamento Chiudere Morini ha ricevuto in formato anonimo questa comunicazione che riteniamo molto importante e che trascriviamo qui sotto.
"Buongiorno. Ho saputo dell'esistenza di questa campagna ed in maniera anonima voglio darvi qualche informazione. La Bristol Myers Squibb compra tutt'ora animali da Morini in quantità per esperimenti. Gli ultimi acquisti riguardano centinaia di roditori. Dopo la legge regionale ci sono stati problemi con l'acquisto di cani. Questi ultimi fino a poco tempo fa sono stati sacrificati per i vari esperimenti dei ricercatori.
Quello che vi interesserà di più sapere è che la Bristol Myers Squibb si è lamentata diverse volte con la ditta Morini per i problemi che accompagnavano gli animali. Questi problemi erano sia fisici che diciamo...d'igiene. Nell'ambiente si diceva che questi problemi erano dovuti al numero elevato di animali cresciuti in uno spazio ristretto. Ogni animale presentava e presenta un problema più o meno grave. Ai ricercatori questo può interessare solo se disturba i test e li fa innervosire ma non ha importanza per l'esito finale. Altre persone dell'ambiente che acquistano animali da Morini hanno parlato di animali morti ancor prima di giungere a destinazione con i corrieri. Questo capita spesso per le spedizioni nel sud italia".
Inoltre qui sotto proponiamo alcune dichiarazioni rilasciate da Soprani Giovanna nel Giugno del 2002 ad un giornalista:
«Ma secondo lei io spedisco un cane in pessime condizioni a un centro di ricerca? I clienti sono esigentissimi, gli animali devono arrivare in perfetta forma fisica. Altrimenti non me li pagano. E comunque non è solo per questo...».
Cioè?
«I cani li tratto bene nel mio allevamento, non li ho mai fatti soffrire».
Testimonianze dal Research Toxicology Centre (RTC)
Ecco come vengono torturati i beagle dai clienti di Morini.
Il Research Toxicology Centre di Pomezia, Roma, è un importante laboratorio di sperimentazione animale per conto terzi. Ha 130 dipendenti e tra i suoi clienti figurano ditte come Angelini Farmaceutici, Menarini, Sigma-tau, Glaxxo Wellcome, Wella e L'Oreal.
L' RTC l'anno scorso ha acquistato 76 beagle sottobanco dalla Morini, nonostante la Legge Regionale che ne vieta la vendita fosse già in vigore. Quei beagle sono stati posti sotto sequestro temporaneo, ma poi grazie al disinteressato intervento del sindaco di San Polo d'Enza Ghielmi restituiti alla Soprani.
Quei 76 cani che dovevano essere sottoposti a torture sono stati purtroppo sostituiti da altri provenienti dall'allevamento Green Hill di Brescia, e al RTC continuano senza sosta gli inutili e sadici esperimenti su questi e altri animali.
Quella che segue è una testimonianza anonima pervenutaci da qualcuno
che ha avuto la possibilità di vedere dall'interno cosa avviene in quei luoghi dell'orrore:
"I cani vengono utilizzati per sperimentazione, sono tutti cuccioli di circa 6 mesi, razza beagle, vengono tenuti in uno stabulario, che a quanto ho visto dalle mappe del sistema antincendio, puo contenere un migliaio di cani.
Le celle sono di circa 90 cm di lato, ed in alcuno ci stanno dentro anche in due. Gli animali da soli, sono quasi sempre morenti o molto sofferenti, con tremiti e sintomi da intossicazione, tutti comunque, mostrano segni di malnutrizione e maltrattamenti.
Basta pensare a come viene fatto loro l'elettrocardiogramma, di solito si usano degli elettrodi adesivi indolore, nel caso specifico, invece, usano dei morsetti a "coccodrillo" per uso elettrico, i quali vengono fissati sul tendine di achille del cane, penetrando nella carne.
I cani vengono usati per test cardiaci di solito, gli vengono inseriti cateteri con dei palloni nel cuore, qui il pallone viene gonfiato, e si simula un infarto, non sto qui a dire i motivi per cui questa operazione è inutile, visto che le differenze tra noi animale uomo e loro, animali cani sono eclatanti.
I cani infartuati, vengono poi fatti correre su tapis roulant, con il dolore dell'infarto, e i coccodrilli alle caviglie. Spero possa bastare come atrocità! Ah, uno dei dipendenti, un "ricercatore", mi ha detto che usano i cuccioli di beagle perchè non si ribellano, e possono fargli un po' di tutto, senza essere morsi, altri cani invece si dibattono dal dolore e mordono."
Ecco alcuni recapiti per protestare contro le torture al RTC:
Research Toxicology Centre
Via Tito Speri 12
00040 Pomezia
Roma
Tel 06-91095213
Fax 06-9122233
Managing director
Steve Dean
sdean@rtc.it
Rappresentante legale
Luigi Valeri
lvaleri@rtc.it
Maria Mercede Brunetti
mbrunetti@rtc.it
Tel: 06-91095228
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DL4, un cane venduto da Morini ai laboratori Zambon
Questo cane beagle si chiama DL4 e il suo nome non è assolutamente "classico" per un animale, infatti si chiama così perchè ha fatto da cavia in un laboratorio per il test DL50, un test di tossicità che uccide ogni anno centinaia di migliaia di animali soltanto in italia.
Il test si interrompe quando muoiono la metà dei soggetti per asfissia, soffocamento, arresto cardiaco, paralisi progressive. Su 100, restano a terra 50 animali, su 400, 200 e così via. Numeri, calcoli, frazioni. rifiuti da smaltire. Negli occhi di DL4, le strette pareti di un laboratorio farmaceutico e il freddo colore verde dei camici degli sperimentatori. Fino al maggio del 1999, DL4 era una cavia da laboratorio. Mentre, oggi, a volte, DL4 si mostra, con timidezza, e, mostrandosi, fa vedere a tutti, al mondo, e al movimento antivivisezionista, come sono in fin dei conti, da vicino vicino, questi animali da laboratorio.
Questo cane è stato venduto dall'allevamento Stefano Morini di S.Polo d'Enza ai laboratori Zambon di Bresso (Mi) all'interno dei quali è stato costretto a subire inutili esperimenti. Grazie al lavoro di alcuni volontari, DL4 è riuscito a vedere la libertà ed ora è tornato a protestare davanti alla ditta che l'ha venduto per denaro condannandolo a subire atroci sofferenze per anni prima di morire avvelenato.
Nessuno meglio di lui conosce ciò che avviene all'interno del lager Morini e nei laboratori di tortura, le falsificazioni ed il sadismo degli assassini che prendono il nome di ricercatori..
DL4 vuole vedere definitivamente chiuso questo lager perchè da lì nessun animale deve più uscire diretto ai laboratori di università e industrie farmaceutiche.
Dl4 ha bisogno del tuo supporto per realizzare il suo sogno.
Fonte: www.chiuderemorini.net
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